La pasta ripiena dell’Emilia Romagna: guida pratica per riconoscere i differenti tipi

La pasta ripiena dell’Emilia Romagna presenta numerose varianti. Tortellini, cappelletti, anolini e cappellacci ed ancora tortelli e tortelloni. Tutte simili nell’apparenza ma la differenza è da ricercare nel ripieno.

L’origine controversa dei vari tipi di pasta ripiena dell’Emilia Romagna

L’Emilia Romagna esprime al meglio la sua identità di regione nella produzione di pasta artigianale.  Tuttavia l’origine di alcuni formati di pasta – soprattutto quella più famosa –  è stata oggetto di discordia tra le città della regione. Tutte pronte a dimostrare, attraverso fonti storiche o leggende, di possederne la paternità a pieno titolo. Di seguito riportiamo una piccola guida per imparare a riconoscere i diversi tipi di pasta ripiena e le teorie più accreditate circa la loro origine.

Tortellini

Si tratta di una delle paste ripiene più diffuse in tutta la regione, la cui paternità è da tempo contesa fra Bologna e Modena. Intanto, il luogo di nascita del Tortellino è stato fissato a Castelfranco Emilia. A metà strada tra Modena e Bologna, per evitare tremende rappresaglie tra le due città che da sempre si contendono la paternità di questo fortunatissimo formato di pasta.

Cappelletti

Originari della provincia di Forlì Cesena, i Cappelletti si differenziano dai tortellini per il ripieno di magro, con formaggio tenero – ricotta o cacio raviggiolo – scorza di limone e noce moscata. Questo formato di pasta veniva preparato, un tempo, dopo il periodo di quaresima o per festeggiare grandi occasioni. Si narra che per prendere in giro il commensale più ingordo, le massaie usavano confezionare un cappelletto più grande farcito di solo pepe.

Anolini

Già presenti alla corte di Parma della metà del XVIII, gli Anolini sono originari della provincia di Parma e Piacenza. E’ un formato di pasta ripiena di stracotto e destinata alla tavola delle grandi occasioni e delle feste religiose come il Natale e la Pasqua. Solitamente cotti in un brodo di tre carni diverse, in provincia di Piacenza vengono preparati anche con ragù di carne, pollo e funghi.

Cappellacci di zucca

I Cappellacci di zucca sono il simbolo della cucina di Ferrara. Il primo documento a menzionarli risale al XVI secolo ed è la loro ricetta pubblicata dal cuoco di corte di Alfonso II d’Este. La storia di questo formato di pasta è così legata al territorio che ha guadagnato il marchio Igp.

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