Cosa Mangiare a Matera

La gastronomia a Matera è legata alla tradizione contadina e pastorale: ingredienti semplici e genuini uniti in una cucina dai sapori sinceri. Legumi, carni, verdure, pasta fatta in casa (orecchiette, scorze di mandorle) condita con salsa di pomodoro, cime di rapa, funghi cardoncelli, formaggi (pecorino e caciocavallo),olio extravergine d’oliva e, naturalmente pane di Matera IGP ( ideale per le tipiche bruschette al pomodoro, con crema di lampascioni e peperoni cruschi) sono alla base dei piatti materani.

Cosa mangiare a Matera
Tra le specialità: la Pignata, a base di carne di pecora, verdure, erbette, cotte in una pentola di terracotta nel forno a legna; la Ciallèdd preparata con pane raffermo, patate, cipolle, erbette, uova e rape che hanno preso il posto dei fiori (gli asfadeli) della ricetta originale; la Crapiata a base di legumi (farro, ceci, lenticchie, cicerchie, piselli, fave, fagioli), grano e patate. Il tutto accompagnato da rossi decisi (aglianico e primitivo) e bianchi profumati (greco, moscato).

La tradizione gastronomica materana è legata all’agricoltura e alla pastorizia. Una cucina di terra, quindi, dove a farla da padrone sono legumi, verdure e formaggi. Menzione particolare per il pane di Matera, verso cui la popolazione locale da sempre ha un atteggiamento di vero e proprio culto, abituata, giustamente, a considerare il pane la pietanza più importante in tavola. Non a caso, il pane di Matera ha il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta) a rimarcare il legame indissolubile con il territorio di provenienza. Legame che, oltre a passare per le farine utilizzate e relativo processo di lavorazione, si spiega anche con l’abitudine delle famiglie materane di marchiare con un timbro in legno la pasta da infornare. Imprimere sul pane lo stemma di famiglia era importante, dal momento che nella stragrande maggioranza dei casi il pane veniva fatto in casa e ci si rivolgeva al forno solo per la cottura. Da qui la necessità di distinguere una pagnotta dall’altra e sottolineare, allo stesso tempo, l’unicità, la forza e la dignità di ciascun nucleo familiare. Una collezione di questi timbri in legno si trova all’interno del Museo Domenico Ridola. Assolutamente da provare la Ciallèdd, zuppa di pane raffermo con patate, cipolle, uova, rape ed altre verdure.

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